Stella nuova (Cort. 21)

 

È la lauda per la festa dell’Epifania, che narra l’arrivo dei tre Magi e il loro dialogo con Erode.

Stella nuova ‘n fra la gente
k’aparuisti novamente!

Stella k’aparuisti al mundo
quando nacque ‘l re iocondo,
stett’en mezzo a tutto ‘l mondo
per aluminar la gente.

Le tre Magi l’abber veduto,
tosto l’ebber cognosciuto;
diser: “Nat’è lo saluto,
Dio padre omnipotente.”

Ciaschedun col suo reame
sì lo prese a seguitare
co’rricc’offert’e da laudare,
la qual fo molt’avenente.

Da la stella se cansaro,
ritt’arr’Erode capitaro,
tai novelle li portaro
k’el fecer molto dolente.

Dissar: “Nat’è re benigno,
quei k’è ‘mperio d’ogne regno:
en ciel n’è apparito ‘n segno
k’ell’è nato veramente.”

El re fo, molt’adirato,
colli savi contastato:
“Da voi me sia tosto ‘insegnato
la ‘ve pote star nasente.”

Puosen mente in una via
et in una profetia:
vider ke ‘n Beleèm nascea
quei k’alumina la gente.

La lauda consta di una ripresa e di sette strofe, ottonari, la rima è proposta nello schema x x / a a a x / b b b x / ecc. Come abbiamo già scritto nel testo generale sulle laudi, la narrazione segue - in modo molto stringato - il Vangelo di Matteo (2, 1-12):

1 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2 «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». 3 All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5 Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6 E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele». 7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». 9 Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12 Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

Da notare che nella lauda Erode prima è “dolente” (in Matteo è “turbato”), poi sarà “adirato” e avrà addirittura un alterco con i Magi (El re fo, molt’adirato, / colli savi contastato), cosa di cui non v’è traccia nel Vangelo. Questo forse ci può far pensare che l’autore della lauda si sia rifatto in qualche modo a uno dei molti Ordo Stellae (Officium stellae ecc., Allegri, 173-179) dove la figura di Erode è caratterizzata dall’ira e dal furore (per esempio Montpellier, sec. XII, Padova e Fleury, sec. XIII) che sfoceranno nella successiva “strage degli innocenti”.

Una caratteristica della lauda sta nel fatto che la musica della ripresa corrisponde esattamente a quella della semistrofa. Infatti molte esecuzioni eseguono la ripresa solo all'inizio e alla fine senza la consueta altarnanza con le strofe. La melodia è una dolce nenia, che si mette discretamente al servizio del testo, quasi a non voler disturbare la Sacra Famiglia; la linea melodica è divisa nettamente in due semifrasi, ascendente la prima - un invito a guardare in alto, verso la stella - e più piana la seconda, quasi a voler riportare lo sguardo verso il basso, dove riposa il Bimbo.