Heer is the queen of fayerie
With harp, and lute and symphonye.
(Geoffrey Chaucer, Tale of Sir Thopas, dai Canterbury Tales)

 

Symphonia. Il nome indica oggi un antenato della ghironda. Si tratta di uno strumento a corde sfregate: una ruota azionata dallo strumentista fa vibrare le corde, alcune sono di bordone, ad altezze prefissate, una è a intonazione variabile, e il musicista vi modula su quella la melodia schiacciando dei tasti che agiscono sulla tensione della corda variandone l’intonazione. Il Libro di Daniele la cita (III, 5), ma la traduzione opta per una più comune zampogna, e quasi certamente era così. Anche Michael Praetorius (1571-1621) la nomina, ma non la descrive. Ma a questa ridda di significati che gli strumenti antichi si portano dietro siamo abituati. (Oggi, in musica, per “sinfonia” intendiamo un genere musicale orchestrale, ma anche questa è un’altra storia...)

Derivata dall’organistrum, strumento a corda suonato da due esecutori (qui sotto riportiamo un particolare del "Portico della Gloria" del Santiago di Compostela), nel XIII secolo diventa più piccola, è suonato dal singolo strumentista e prende il nome di Symphonia.

 

 

Wikipedia recita:

"La symphonia è suonata da un solo strumentista e viene utilizzata dai menestrelli per accompagnare danze e chansons de geste; in breve la sua popolarità ne allarga l'uso a processioni religiose e mystery plays (sacre rappresentazioni, n.d.r.). L'associazione, che si consolida nei secoli, con menestrelli, vagabondi e mendicanti (spesso ciechi, infatti era soprannominata "viola da orbi") fa di questo strumento simbolo, alternativamente, di rusticità, ignobiltà [sic], immoralità [bis-sic], povertà."

Bella lì!

Eppure nel Medioevo l'organistrum – a detta di Oddone da Cluny (sec. X) – serviva per accompagnare il canto dei monaci... E nel XIII secolo il Codice delle Cantigas de Santa Maria ne riporta una bella miniatura.

 

Ghironde

 

Internet, come sempre, consente di approfondire la conoscenza dello strumento fin nei minimi dettagli, e noi non abbiamo intenzione di rubargli il mestiere. Fra tutti segnaliamo il sito Liuteria Italiana, che propone una pubblicazione Conoscere la ghironda in PDF che ripercorre in modo molto dettagliato la storia e la tecnica dello strumento.

 

Qui vorrei raccontare, semmai, un’altra storia.

Gaetano Donizetti, nel 1842 fece rappresentare a Vienna un melodramma dal titolo Linda di Chamounix. Siamo nella seconda metà del Seicento. Linda, la protagonista, è una bella ragazza figlia di due attempati fittavoli del piccolo paese della Savoia. Della bellezza della ragazza si invaghiscono due nobili della zona: il giovane Visconte di Sirval – figlio della Marchesa feudataria del villaggio, innamorato perso ricambiato dalla bella contadina (alla quale però si palesa come pittore) – e il Marchese di Boisfleury nonché fratello della madre di Sirval e quindi suo zio.

Quest’ultimo cerca di portare la ragazza nel suo castello per sedurla, ma il Prefetto del villaggio interviene per tempo e suggerisce ai genitori di lei di farla andare insieme agli altri giovani che, tradizionalmente, lasciano in inverno la fredda e inospitale Savoia per andare a Parigi e guadagnarsi là il sostentamento cantando e suonando la ghironda. Compagno di viaggio della giovane sarà Pierotto, giovane orfanello savoiardo. Il Visconte segue la ragazza e la fa alloggiare a Parigi in casa di una parente, dove però il vecchio zio Marchese continua a insidiarla. A complicare la vicenda, la madre di Sirval insiste perché il figlio sposi una ricca e nobile fanciulla; il giovane cede alle pressioni materne, ma il giorno delle nozze abbandona il corteo nuziale e corre da Linda; troppo tardi, però, perché la giovane, saputo del matrimonio del suo amato è uscita di senno; anche perché suo padre, che era andato a cercarla a Parigi, trovatala in un lussuoso appartamento e ben vestita, pensa che la giovane sia diventata una mantenuta, e la ripudia (in fondo, da povera Linda a ricca Traviata il passo rischia di essere breve...). Così interviene il buon Pierotto, che la riporta a Chamounix, dove accorre anche il Visconte: la giovane alla voce dell’amato rinsavisce, e i due si sposano nel tripudio popolare.

 

In una lettera al cognato Vasselli, Donizetti riporta un colorito, efficacissimo riassunto che val la pena di leggere: “[...] Son ragazzi che partono dalla Savoia per Parigi onde guadagnar pane. V’è chi è buono e chi è cattivo. Una ragazza sta più volte per lasciarsi sedurre, ma, ogni volta, sente la canzone del paese, e pensa al padre, alla madre, e resiste… Poi non resiste più… il seduttore [il Visconte, n.d.r.] vuole sposare un’altra. Poi essa diviene pazza (auff); poi torna al paese con un povero ragazzo che la fa camminare a forza di suonarle la canzone: se no, s’arresta… Muoion quasi di fame tutti e due; il seduttore arriva… non ha sposato. La ragazza rinviene, ché a sentire… la donna rinviene subito [...]”.

 

L’opera è davvero bella, piena di splendide melodie, e val la pena ascoltarla. A noi piace soprattutto il tema dei savoiardi che suonavano a Parigi la ghironda per poter sopravvivere alla durezza dell’inverno in montagna. Sarà proprio il suono della ghironda, con il canto di Pierotto, che richiamerà alla fedeltà dei valori familiari la giovane Linda (Donizetti nella lettera poc’anzi citata ci avvisa però che a un certo punto la ragazza “non resiste più”...), e sarà il suono della ghironda che la ricondurrà al paese natale.

 

Un’ultima (irriverente) osservazione: noi d’abitudine conosciamo e apprezziamo altri tipi di savoiardi (mia nonna li intingeva nel marsala, la buongustaia...), ed esistono anche i ghirondini, biscotti al cioccolato a forma di grossolana “U”, striati, mezzi scuri e mezzi chiari. Ecco un genere di crossover che noi molto amiamo...

 


La nostra Symphonia è stata costruita nel 1999 da M. Buonoconto, di Majano (Udine). Ha tre corde di bordone e una di canto con un'estensione di una dodicesima. Una delle corde di bordone può essere adibita al raddoppio della corda del canto con un'altra serie di "saltarelli", piccoli pezzi di legno sagomati che azionati dalla tastiera alterano la tensione della corda procurando le diverse note. Le corde sono di budello. Il suono è caldo, forte e intenso, tanto che - data la gamma di strumenti del Kalòs e il genere dei brani che eseguiamo - abbiamo dovuto inserire un drappo all'interno dello strumento che ne limiti la sonorità.

 

Symphonia