IN PRINCIPIO CON LA SUA PRIMA PAROLA
31 marzo 2024, PASQUA DI RISURREZIONE
(At 10,34.37-43; Sl 118/117; Col 3,1-4 (oppure: 1Cor 5,6b-8); Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio (Gv 20,1)
In principio, con la sua Prima Parola, Dio – se così si può dire – accese la luce in un mondo immerso nelle tenebre (Gen 1,2-3), perché senza luce non ci può essere vita.
Poi gli uomini preferirono le tenebre alla luce (Gv 3,19) e si nascosero per paura di Colui che aveva dato loro la vita e aveva consegnato tutto nelle loro mani (Gen 2,15; 3,6).
Come se ci si potesse nascondere da Colui che ha creato tutto ciò che esiste (Gv 1,3).
Il giardino di Eden fu il luogo dove tutto iniziò.
E un giardino in Gerusalemme fu il luogo dove tutto ricominciò.
Con la luce, ovviamente.
Il miracolo decisivo di tutta la storia della salvezza avvenne senza testimoni.
Credere nella risurrezione del Signore è un atto di fede pura, non sostenuto né dalla visione, né dalla ragione.
È necessario un salto nel buio per trovare la luce.
A suo modo, con molta difficoltà e poca coscienza, quel mattino del primo giorno della settimana Maria di Magdala, fece qual salto e iniziò il suo cammino verso la luce.
Quando Maria di Magdala giunse al sepolcro, all’alba del primo giorno della settimana, era ancora buio, dice l’evangelo.
Se non fosse stata accecata dal lutto e resa sorda dal dolore, avrebbe potuto udire nel sepolcro vuoto l’eco della Voce divina: Sia la Luce!
La prima parola diretta che in principio Dio rivolse all’uomo che aveva creato fu una domanda: Adamo, dove sei? (Gen 3,9).
La storia della salvezza parte da quella domanda ed è il racconto incredibile di un Padre che non ha mai smesso di cercare i suoi figli.
Ma il Signore ha messo anche nei figli la santa inquietudine di quella domanda, una sete inestinguibile del Dio vivente (Sl 42,2-3).
Anche noi chiediamo a Dio: Dove sei?, e tutto l’evangelo di Giovanni è il racconto di questa ricerca.
All’inizio due discepoli del Battista si misero sulle tracce di Gesù.
Quando il Signore si accorse di loro, si voltò e disse: Che cosa cercate?
Gli risposero: Maestro, dove dimori?
Gesù disse: Venite e vedrete!
Andarono dunque e videro dove dimorava (Gv 1,37-39).
Alla fine, tre anni dopo, il primo giorno della settimana, quando era ancora buio, una donna, Maria di Magdala si recò al sepolcro, ma il luogo dove Gesù (secondo lei) avrebbe dovuto dimorare era vuoto.
Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto! – disse, angosciata, a Simon Pietro e all’altro discepolo, quello che Gesù amava.
Non fu nemmeno sfiorata dal pensiero che le parole dette e ripetute più volte da Gesù sul risorgere dai morti (Gv 2,19) potessero essersi realizzate.
Lei stava cercando un cadavere.
Per questo era ancora buio, fuori e dentro di lei.
Ma è necessario attraversare il buio della disperazione per arrivare alla luce della risurrezione che dona la grazia di vedere oltre l’apparenza, che permette di riconoscere la presenza del Signore risorto nel custode del giardino (Gv 20,15), o in un viandante che ti si avvicina mentre sei in cammino (Lc 24,15), o in un uomo che si presenta sulla riva del lago e chiede qualcosa da mangiare (Gv 21,5).
Maria di Magdala riconobbe il suo Maestro quando Gesù chiamandola per nome accese la luce nel buio in cui era immersa (Gv 20,16).
In quell’istante lei avrebbe voluto stringerlo per non farselo più scappare, ma il Signore le intimò di non trattenerlo (Gv 20,17).
Ora la sua dimora è presso il Padre, ma continuerà a essere presente in modi e luoghi che ogni volta ci sorprenderanno.
Maria di Magdala lo trovò quando lo lasciò andare e, lasciandolo andare, la luce illuminò quel giardino immerso nel buio.
I due discepoli di Emmaus lo riconobbero nel momento preciso in cui Gesù scomparve dalla loro vista (Lc 24,30-31) e nel villaggio di Emmaus la luce fu, anche se il sole era già tramontato.
Essi videro ciò che non si può trattenere né vedere, ma che è più vero, più vivo e reale di tutto ciò che esiste (Gv 1,1-3), perché in lui è la vita e la vita è la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non possono più vincerla (Gv 1,4-5), perché non è possibile che la morte lo tenga in suo potere (At 2,24).
Nelle icone della risurrezione il Cristo, risplendente di luce, Signore della vita, calpesta le porte dell’inferno e le infrange, come nel cortile del Tempio, con una frusta di cordicelle, aveva gettato all’aria tutto ciò che aveva ridotto a un mercato la casa del Padre suo (Gv 2,15-16).
Satana il principe di questo mondo che incanta gli uomini offrendo l’illusione di farli diventare come Dio (Gen 3,5), è incatenato e della sua potenza maligna non rimane che un mucchio di rottami di catene spezzate, di chiavi e di chiodi.
Il Signore risorto porta con sé Adamo che non può più rimanere nascosto e con lui una moltitudine immensa, che nessuno può contare, di ogni nazione, popolo e lingua (Ap 7,9), uomini e donne che pur non avendo visto hanno creduto (Gv 20,29).
Nello spazio vuoto della tomba e nei teli afflosciati che avevano avvolto il corpo senza vita di Gesù, il Discepolo Amato vide tutto ciò che resta dell’inferno: polvere, vuoto, niente.
In quel giardino Dio disse: Sia la luce! E la luce fu.
La Vita non è dentro una tomba, è altrove.
Questo è ciò che vide il Discepolo Amato quando entrò nel sepolcro accanto a un Simon Pietro ancora incredulo.
E, vedendo ciò che non si può vedere, credette (Gv 20,8).
Il Signore è generoso: Egli riceve l’ultimo come il primo, Egli ammette l’operaio dell’undicesima ora come quello che ha lavorato fin dalla prima ora… Entrate dunque tutti nella gioia del vostro Signore: ricevete la ricompensa, i primi come gli ultimi; ricchi e poveri, giubilate insieme; astinenti e pigri, onorate tutti questo giorno; voi che avete digiunato e voi che non avete digiunato, rallegratevi oggi… Nessuno si dolga della sua povertà, nessuno pianga le sue colpe, nessuno paventi la morte… Il convito è pronto; partecipatevi tutti. Tutti si dilettino al banchetto della gioia…
(San Giovanni Crisostomo)
Chiesa di San Salvatore di Kora (Karyiye Cami), Istambul
Che cos’è questo?
Un gran silenzio regna oggi sulla terra,
un gran silenzio e una grande solitudine.
Un gran silenzio, perché il Re dorme.
La terra ha tremato e si è calmata,
perché Dio si è addormentato nella carne
ed è andato a ridestare coloro che dormivano da secoli:
Dio è morto nella carne, e gli inferi hanno sussultato.
Dio si è addormentato per un po’ di tempo
e ha ridestato dal sonno coloro che dimoravano agli inferi…
(S. Epifanio, Homilia in Sabbato Sancto)
Il Signore è risorto, veramente risorto,
Alleluia!
Buona Santa Pasqua!
don Giancarlo